Uva Ursina in Fitoterapia
L’Uva Ursina (Arctostaphylos uva ursi) é una pianta utilizzata in fitoterapia. E’ una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Ericaceae. L’Uva Ursina è nota anche come uva orsina, uva selvaggia o uva dell’orso e deve il suo nome al fatto che gli orsi ne risulterebbero molto golosi, probabilmente attratti dalle dolci bacche . Originaria del Nord America, l’Uva Ursina è ampiamente diffusa in tutto l’emisfero boreale; presente nel nostro Paese dove cresce sulle zone montagnose fino ad una altitudine di circa 2.400 metri s.l.m. Predilige luoghi ombreggiati, boschi, sottoboschi, luoghi sassosi o zone rocciose. Fiorisce in primavera- inizio estate. In fitoterapia si impiegano le foglie ma il frutto è molto apprezzato per farne marmellate. L’Uva Ursina ha piccole foglie sempreverdi, spesse, coriacee, spatolate, sono verdi e lucide sulla pagina superiore; hanno una evidente nervatura e finemente reticolate visibile su entrambe le facce; hanno il bordo liscio lievemente riflesso verso la pagina inferiore. I fiori sono riuniti in grappoli terminali con corolla rosea. Il frutto è una piccola bacca globosa di colore rosso.
I principali componenti attivi dell’Uva Ursina sono degli eterosidi fenolici, in particolare arbutina e metil-arbutina. Nel grosso intestino l’arbutina viene idrolizzata in idrochinone dalla flora intestinale. Altri principi attivi sono flavonoidi (iperoside), triterpeni (ac. Ursolico), un iridoide (monotropeina) e tannini. L’idrochinone espleta la sua funzione di antisettico e astringente sulla mucosa delle vie urinarie; questa è la principale attività dell’Uva Ursina come rimedio in fitoterapia, efficacia relegata all’insieme del suo fitocomplesso. Una nota importante all’assunzione di Uva Ursina a scopi terapeutici è quella di non assumere contestualmente al preparato sostanze acidificanti delle urine (ad esempio la vit.C) previa la mancata trasformazione dell’idrochinone attivo e la diminuita efficacia nei confronti dei batteri patogeni nelle infezioni urinarie.
I rimedi usati in fitoterapia a base di uva ursina esplicano la loro attività antisettica nei confronti di alcuni microrganismi responsabili delle infezioni delle vie urinarie, tra cui: lo Staphylococcus aureus, l’Escherichia coli, il Proteus vulgaris e la Klebsiella pneumoniae. L’Uva Ursina viene dunque impiegata in fitoterapia come disinfettante delle basse vie urinarie e nelle infiammazioni della vescica in forme lievi come cistiti non complicate. Impiegata in uretriti, prostatiti e talvolta nefriti.
L’Uva Ursina viene impiegata anche come diuretico. E’ controindicata in gravidanza, poiché può causare contrazioni uterine. Controindicata anche durante l’allattamento perché non sono riportati studi relativi all’eventuale passaggio dell’arbutina nel latte materno. Non indicata nei bambini e per l’alto contenuto di tannini è sconsigliata a coloro che hanno una mucosa gastrica sensibile ai quali può comparire nausea e vomito. L’assunzione di Uva Ursina come preparazione fitoterapica, ovvero delle foglie può dar luogo all’emissione di urine di colore marrone. A dosi elevate gli idrochinoni sono tossici ed avere effetti avversi molto gravi, è opportuno dunque mantenere la posologia di assunzione come indicato.
La somministrazione di fitoterapici esige competenza ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto in medicina biologica. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. L’automedicazione è certamente poco raccomandabile. I trattamenti in fitoterapia non si contrappongono né sostituiscono le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la fitoterapia stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Fitoterapia a Roma