Ragade anale
Nella cura della ragade anale i rimedi di fitoterapia sono un valido ausilio terapeutico, soprattutto per i limitati effetti collaterali. La ragade anale è un’ulcera lineare dell’ano, il cui sintomo caratteristico è rappresentato dal dolore intenso a ogni defecazione. La ragade può causare anche indipendentemente dalla defecazione dolori e spasmi dello sfintere anale. Altro sintomo caratteristico della ragade anale è la perdita di qualche goccia di sangue di colore rosso vivo dopo l’evacuazione. In alcuni casi si può verificare una vera e propria rettorragia. In molti pazienti si osserva un’associazione con la presenza di emorroidi. La comparsa della ragade anale è solitamente dovuta alla stitichezza e/o diarrea perdurante nel tempo. Un bolo fecale particolarmente acido può anche causare il disturbo. Lo stress emotivo sembra avere un ruolo e certamente la ragade compare come sintomo di altra patologia.
Non vi è un’età maggiormente predisposta. La ragade anale può formarsi sia nei neonati sia negli adulti, indifferentemente tra uomini e donne. La medicina convenzionale interviene con farmaci a uso locale e nei casi più impegnativi si considera l’intervento chirurgico. La ragade può anche essere però anche un segno di patologie, che coinvolgono l’apparato gastrointestinale, motivo per il quale sempre è necessario un approfondimento diagnostico specifico.
La fitoterapia nel trattamento delle ragadi è preceduta dall’inserimento del paziente in un adeguato protocollo nutrizionale. Una buona anamnesi e una visita medica sono essenziali per la diagnosi iniziale e sopratutto per includere o escludere qualunque malattia organica, che possa provocare gli stessi disturbi.
Lo stress può a coinvolgere tessuti organici e specialmente quelli del digerente sono particolarmente sensibili. Il trattamento fitoterapico delle ragadi si avvarrà pertanto di rimedi con antiinfiammatori, stimolanti per le funzioni digestive, ammorbidenti delle feci e con valide applicazioni locali per favorire la cicatrizzazione e lenire il dolore.
La nutrizione clinica e un maggior equilibrio nello stile di vita contribuiscono al risultato. La somministrazione di fitoterapia dovrebbe essere pertanto preceduta da un inserimento del paziente nella nutrizione clinica. La somministrazione di fitoterapia esige competenza ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto in medicina biologica. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. L’automedicazione è certamente poco raccomandabile. I trattamenti in fitoterapia non si contrappongono né sostituiscono le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la fitoterapia stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità per la gestione integrata dei pazienti.
Dott. Fabio Elvio Farello Fitoterapia a Roma