Montata lattea e fitoterapia

Quando compare la montata lattea, le mammelle possono gonfiarsi, e in certi casi causare dolore. La produzione di latte si regolerà in base alle effettive necessità del neonato attraverso lo stimolo della suzione: più il bambino succhia e più il latte viene prodotto. Il neonato infatti tramite la suzione, stimola la produzione di prolattina e pertanto la massa di latte disponibile. Al contrario un accumulo di latte nel seno inibirà la produzione  prolattina e pertanto di latte.  Nei casi con montata lattea insufficiente la ghiandola mammaria ne produce meno perché il bambino non succhia con sufficiente energia e frequenza, più raramente perché il seno della donna ne produce obiettivamente poco. La cause  diffuse per una montata lattea insufficiente sono:

  • mancato contatto precoce con il neonato dopo il parto,
  • parto vaginale molto stressante
  • parto cesareo

Per stimolare la montata lattea è possibile seguire anche alcune piccole regole.

1) Attaccare subito il bambino al seno. Con la suzione il neonato provoca infatti un riflesso neurologico tale da mantenere una continua e abbondante produzione oltre che della prolattina anche dell’ossitocina.

2) Alimentare bene  la madre. Per mantenere il latte e per renderlo ben tollerato, la donna, nel periodo di allattamento, può favorire con una dieta  coerente. L’ analisi di composizione corporea e la nutrizione clinica possono essere gli strumenti idonei a stabilire un regime sano e coerente con le fatiche dell’allattamento. Anche il turn over dell’acqua merita di essere misurato con l’analisi di composizione corporea per non avere una carenza di un elemento primario  per la montata lattea. Il patrimonio della madre di proteine totali e di massa grassa sono parametri altrettanto significativi .

3) Contenere lo stress e riposo.  La  mancata o insufficiente montata lattea può avvenire anche a causa di emozioni violente o stress patiti.   Oltre alla cautela riguardo i conflitti sospesi è anche utile prevedere una sospensione del  lavoro e riposo programmato  tra una poppata e l’altra.

4) Valutare la postura di allattamento. Durante la poppata la bocca del neonato deve contenere non solo il capezzolo ma anche buona parte dell’areola mammaria. Il mento è appoggiato sul seno e la testa del bimbo è rivolta all’insù per permettergli di respirare senza dover schiacciare il seno con le dita. Il corpo del neonato è allineato con la testa e ben sostenuto per evitare che scivoli verso il basso causando fastidiose trazioni al capezzolo. L’attacco inadeguato può dare origine a capezzoli dolenti e ragadi, a ingorgo mammario dovuto il più delle volte ad un seno non ben svuotato.

Quando la montata lattea presenti difficoltà, la fitoterapia costituisce uno stimolo naturale  da prendere in considerazione. Come tutte le terapie naturali anche la fitoterapia non produce sempre il risultato auspicato, ma certamente è una opzione da valutare prima di rassegnarsi ad un allattamento artificiale o surrogato.  La fitoterapia per stimolare la montata lattea non ha effetti collaterali rilevanti sia per la madre sia per il neonato. La fitoterapia oltre a non presentare controindicazioni, ha un ruolo importante nel trattamento di molti altri disturbi durante gravidanza e allattamento. La fitoterapia può contribuire a ridurre il fabbisogno di farmaci necessari per una terapia. La fitoterapia per la montata lattea  è uno strumento applicato in sicurezza alla madre con beneficio del neonato.

I rimedi di fitoterapia più noti e impiegati per la stimolazione fisiologica della montata lattea sono:

Galega ( Galega officinalis ), pianta galattogena, ovvero stimolatrice della secrezione lattea nelle puerpere (fino al 50% in più) il cui uso è noto fin da tempi antichi. I derivati cumestanici come il  medicagolo e il  medicagolo-metiletere e le saponine sono i principi attivi che stimolano la liberazione di prolattina. La Galega oltre ad aumentare la produzione del latte, sembrerebbe migliorare anche la qualità del latte prodotto aumentando il contenuto delle sostanze nutrienti.

Anice verde ( Pimpinella ansium ), l’infuso dei frutti di anice verde stimolano la produzione del latte conferendogli anche un sapore gradevole, inoltre esercita un’azione spasmolitica per le coliche gassose del lattante.

Finocchio ( Phoeniculum vulgaris ), molto impiegato durante l’allattamento è l’infuso dei frutti assumibile dalla nutrice, favorisce la lattazione e previene e riduce le coliche gassose del lattante.

La nutrizione clinica e un maggior equilibrio nello stile di vita contribuiscono al risultato. La somministrazione di fitoterapia per la cura delle malattie dovrebbe essere pertanto preceduta da un inserimento del paziente nella nutrizione clinica.  La terapia con rimedi  di fitoterapia oltre a rappresentare un presidio per la terapia stessa, costituisce un importante strumento per la prevenzione. La fitoterapia richiede, esami clinici, valutazione dei sintomi e delle causediagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la fitoterapia possa costituire alternativa o integrazione. La somministrazione di fitoterapia esige competenza ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto in medicina biologica. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. L’automedicazione è certamente poco raccomandabile. Il trattamento in fitoterapia non si contrappone né sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la fitoterapia stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità  per la gestione integrata dei pazienti.

Dott. Fabio Elvio Farello, Fitoterapia a Roma