Melissa in Fitoterapia

Melissa in fitoterapia

La Melissa è una pianta erbacea perenne nota anche come Cedronella o Erba Limoncina, (o lemon balm in inglese) appartenente alla famiglia delle Labiate (Lamiaceae), può raggiungere i 90 cm di altezza. La Melissa ha il fusto angolare a sezione quadrata, le foglie sono venate, rugose, opposte, picciolate, di colore verde chiaroda piacevole odore di limone. I fiori della Melissa sono raccolti in glomeruli o spighette posti alle sommità della pianta e sono di colore dal bianco al crema con screziature rosate. Il frutto è un achenio contenente un piccolo seme scuro. La Melissa è originaria delle regioni del Mediterraneo orientale e dell’Asia minore, dove cresce spontanea intorno ai boschi e lungo le siepi. Bisogna distinguere le varietà della Melissa: quella officinalis ha foglie pelose, un odore meno gradevole ed è quella che maggiormente si apprezza in fitoterapia.

Melissa in Fitoterapia

Melissa in Fitoterapia

In fitoterapia si impiegano le foglie e sommità fiorite, iscritta nella Farmacopea Ufficiale Italiana. I suoi principi attivi sono: L’acido rosmarinico, il cosiddetto tannino delle labiate, acido clorogenico, acido caffeico, flavonoidi (luteolina), triterpeni e olio essenziale (citrale, citronellale, cariofillene). Il suo olio essenziale è quello che conferisce alle foglie l’odore limonato.

Il nome melissa deriva dalla radice indoeuropea “mel” da cui deriva anche la parola “miele”. Il termine “melissa” in greco significa “pianta delle api” a marcare il fatto che il suo fiore è molto apprezzato dalle api, le quali ne producono un delicato e apprezzato miele . La Melissa veniva coltivata già dai Romani e dagli Arabi che ne apprezzavano le sue virtù curative. Carlo Magno la fece coltivare in tutti i giardini medicinali. La Melissa è uno degli ingredienti della nota “Acqua antisterica dei Carmelitani Scalzi”, rimedio utile in caso di insonnia ed eccitazione nervosa. La Melissa è riportata anche come uno dei componenti de “La Bénédictine”, un misterioso elisir preparato da un monaco benedettino italiano in Francia composto da 27 piante e spezie esotiche riportato in un manoscritto del XVII secolo; una ricetta poi ritrovata e copiata nelle distillerie francesi dal 1863.

La Melissa vanta diverse attività: ansiolitica, sedativa, antispasmodica, coleretica, carminativa, antiacida, stomachica e leggermente diuretica. Grazie alla presenza di polifenoli nell’olio essenziale gli si attribuiscono proprietà antivirali e impiegata soprattutto nell’herpes labiale. Un’altra azione importante è quella antitiroidea, sembrerebbe impedire il legame del TSH, l’ormone ipofisario, con i recettori di membrana specifici, inibendo quindi la stimolazione della tiroide; questa azione viene attribuita all’acido rosmarinico. Resta una pianta controindicata in caso di ipotiroidismo. Le applicazioni più frequenti in fitoterapia sono nei disturbi neurotonici sia degli adulti che dei bambini, nell’ansia e nella depressione, nell’insonnia di origine nervosa, palpitazioni, extrasistole, tachicardia, vertigini, emicranie, tutte di origine nervosa. La fitoterapia la impiega con successo anche nella sindrome premestruale, dismenorree e distonie neurovegetative legate alla menopausa. Un valido aiuto della Melissa in fitoterapia riguarda tutti i disturbi gastrointestinali funzionali su base sempre nervosa o ansiosa, dispepsie, aerofagia, nausea, gastrite, flautulenza, spasmi e dolori gastrointestinali generati da psicosomatizzazioni.

L’essenza pura di Melissa è considerata uno stupefacente ma poco tossica ed in piccole dosi provoca torpore e rallentamento dei battiti cardiaci. Tra gli effetti collaterali è da segnalare ipotensione, sonno, rallentamento del respiro e irrigidimento.

La somministrazione di fitoterapici esige competenza ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto in medicina biologica. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. L’automedicazione è certamente poco raccomandabile. I trattamenti in fitoterapia non si contrappongono né sostituiscono le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la fitoterapia stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.

Dott. Fabio Elvio Farello, Fitoterapia a Roma