Lavanda in Fitoterapia
La Lavanda (Lavandula officinalis) è una pianta suffruticosa perenne sempreverde della famiglia delle Labiaceae, raggiunge il metro di altezza. La Lavanda è una pianta originaria dell’area del Mediterraneo; largamente coltivata in molte regioni per il suo olio essenziale apprezzato dall’industria dei profumi, soprattutto in Francia. La Lavanda ha fusti eretti quadrangolari, ramificati e legnosi alla base, le foglie grigiastre sono lineari o lanceolate , strette con margini rivoltati verso la pagina inferiore; i fiori violacei o azzurrognoli sono raccolti in una spiga allungata all’apice dello stelo. Il frutto della Lavanda è un achenio che racchiude un seme. La Lavanda preferisce terreni sassosi, aridi e soleggiati. Fiorisce da giugno a settembre. I fiori sono molto profumati e l’odore varia in base alla specie. Il genere Lavanda comprende 28 specie, in fitoterapia ed erboristeria sono impiegate: L.angustifolia, L.vera, L.officinalis, L.spica, L.latifolia, L.stoechas. Esistono numerosi ibridi chiamati “Lavandini“, maggiormente coltivati rispetto alle specie pure in quanto hanno degli alti rendimenti in oli essenziali con maggiore sviluppo vegetativo e con infiorescenze più grandi. Tra questi la Lavandula hybrida, un ibrido naturale e sterile di Lavanda officinalis e Lavandula spica molto utilizzato per la produzione di oli essenziali.
La parte della pianta utilizzata a scopo fitoterapico è costituita dai fiori. Dai suoi fiori si ottiene anche un miele pregiato, molto aromatico. I fiori si possono utilizzare per profumare lo zucchero nella preparazione di dolci e biscotti. Le foglie si possono impiegare per profumare l’agnello arrosto. I fiori essiccati trasmettono un aroma persistente alla biancheria negli armadi e allontanano le tarme. L’olio essenziale è un profumo molto apprezzato. La tisana a base di fiori di lavanda cura stati ansiosi, mal di testa, flatulenza, nausea, capogiri e alitosi. Proprietà terapeutiche: antisettiche, antispasmodiche, sedative, aromatiche, bechiche. I costituenti principali della Lavanda sono: olio essenziale (acetato di linalile, linalolo, cineolo, geraniolo, canfora), flavonoidi (luetolina), fitosteroli, cumarine (umbelliferone, cumarino, diidrocumarino), tannini, derivati triterpenici.
L’impiego terapeutico sistemico è considerato come sedativo centrale, spasmolitico, carminativo, colagogo, coleretico, espettorante, antibatterico; mentre l’uso esterno ne prevede un’azione antisettica e cicatrizzante. L’impiego tradizionale in fitoterapia è per ansia, stati di agitazione, stress, insonnia, spasmi dell’apparato gastroenterico su base nervosa, ma anche nelle infezioni delle vie aeree superiori o infezioni urogenitali come ad esempio la cistite. In fitoterapia se ne fa impiego per sulfamigi, pediluvi, impacchi, sciacqui e come olio essenziale puro nella misura di un paio di gocce per massaggi o frizioni locali sulle zone interessate. Molto impiegata in aromaterapia. Oggi a validare l’attività della lavanda, soprattutto del suo olio essenziale ci sono molti studi. Risulta essere un valido antisettico, di impiego nella leucorrea e nella cistite; utile nelle affezioni gastrointestinali infettive. Vanta una buona azione espettorante e fluidificante, può essere impiegata nelle affezioni dell’apparato respiratorio, per combattere tosse, bronchiti e laringiti. Ma la Lavanda è ben conosciuta anche per il suo effetto calmante anche in combinazione ad altri rimedi sedativi per il trattamento dell’insonnia, dell’irritabilità e del mal di testa; ritenuta blando antidepressivo. Per il suo alto contenuto in oli essenziali, è un valido rimedio per indigestioni e coliche gassose. La pianta intera e l’olio essenziale sono antibatterici, grazie al contenuto in alcoli monoterpenici. L’effetto rilassante e antispasmodico associato all’azione antisettica degli oli essenziali, ne spiega l’attività carminativa. L’olio essenziale può essere considerato rimedio da pronto soccorso,grazie alla sua proprietà come antisettico e vulnerario per scottature, ferite, piaghe e punture di insetto. La lavanda viene impiegata in preparazioni repellenti per insetti. La lunga tradizione d’uso indica la Lavanda come una pianta sicura. Tuttavia, come tutte le fonti di oli essenziali bisogna farne un uso cauto e attento. Gli studi farmacologici non riportano tossicità e non si riscontrano effetti collaterali significativi fatta eccezione per segnalazioni di irritazione delle mucose. Unica attenzione nella somministrazione contemporanea ad altri farmaci sedativi, di cui ne esalta l’azione. Non usare in gravidanza ed allattamento.
I fiori della lavanda erano utilizzati fin dall’antichità per ricavarne l’essenza che ancora è molto apprezzata. Greci e i Romani usavano l’essenza di Lavanda per i bagni, il nome botanico deriva dal gerundio latino del verbo “lavare”(che deve essere lavato) memore del fatto che già nel Medioevo questa pianta veniva usata nell’igiene personale, per detergere disinfettando. Una leggenda racconta che i guantai di una cittadina provenzale, che usavano l’olio di lavanda per profumare i pellami, fossero immuni dalla peste. Per lo stesso motivo igienizzante venivano puliti i pavimenti con l’estratto di Lavanda e impiegati i fiori come componente essenziale nella preparazione dei pot-pourri profumanti ambientali. La spiga è considerata un amuleto contro le disgrazie ed i demoni e un talismano per prosperità e fecondità. La lavanda è l’essenza astrale del segno zodiacale dell’Ariete. Nel linguaggio dei fiori la Lavanda può avere due significati diversi. Il primo significato si riferisce all’antica tradizione di usare il macerato di lavanda per i morsi di serpente (Aspide), considerata dunque antidoto ma anche pianta elettiva (Lavanda aspide) per la dimora della temuta vipera. Dunque ci si avvicinava a questa pianta con la dovuta cautela e di qui il significato che gli si attribuisce nel linguaggio dei fiori: diffidenza. Il secondo significato della Lavanda invece, vuole dire se regalata, “il tuo ricordo è la mia unica felicità”.
La somministrazione di fitoterapici esige competenza ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto in medicina biologica. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. L’automedicazione è certamente poco raccomandabile. I trattamenti in fitoterapia non si contrappongono né sostituiscono le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la fitoterapia stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Fitoterapia a Roma