Formaldeide – Prodotti chimici – Fitoterapia
La formaldeide o aldeide formica (nome IUPAC metanale) è la più semplice delle aldeidi anche commercialmente nota con il nome di formalina. Le sue soluzioni acquose sono incolori e posseggono un odore caratteristico. La formaldeide in soluzione acquosa reagisce facilmente con l’ossigeno dell’aria, che la ossida ad acido formico.
La formaldeide è un potente battericida, infatti sotto forma di soluzioni acquose trova impiego come disinfettante per uso domestico e nella produzione di tessuti a livello industriale come battericida. Soluzioni di aldeide formica vengono anche utilizzate per conservare campioni di materiale biologico. Trova impiego anche nelle tecniche di imbalsamazione.
Utilizzata in soluzione acquosa (formalina) per la produzione di vaccini o per produrre anatossine (tossine che perdono la tossicità ma mantengono la immunogenicità) a partire da tossine batteriche, per produrre vaccini basati su microrganismi inattivati. Per la maggior parte la produzione di formaldeide è destinata alla produzione di polimeri e altri composti chimici.
Per reazione con il fenolo polimerizza dando la bachelite, una resina termo-indurente. In maniera analoga reagisce con l’ urea e la melammina, le cui resine trovano uso come laminati plastici, adesivi e schiume isolanti.
Tra gli additivi alimentari è identificata dalla sigla E 240, ed è usata come conservante, spesso presente anche nella carta per alimenti. Fare attenzione anche all’ E239 (ottenuto dalla sintesi della formaldeide ed ammonio). L’E239 si usa come conservante contro i funghi nel caviale, formaggio (tipo il provolone), acciughe e conserve di pesce. E’ presente nel fumo di legno ed è, insieme ai polifenoli, responsabile della conservazione dei prodotti alimentari affumicati. Prima della recente legislazione la formaldeide veniva impiegata anche in alcune pastiglie disinfettanti per la gola.
La formaldeide, insieme all’urea, è impiegata come vernice collante di pannelli in legno di truciolato o Medium-density fibreboard (MDF). Contenuta nei pannelli fonoassorbenti dei controsoffitti e nelle pareti divisorie degli uffici open space. Viene utilizzata per la produzione di isoprenolo. Presenti in molti rivestimenti e resine. Riscontrabile quindi sui mobili, tendaggi, moquette, legno riciclato, legno pressato, compensato o multistrato. Nella tintura tessile è usata per dare maggiore stabilità ai coloranti con lo scopo di migliorarne le solidità all’acqua ed ai lavaggi. Negli anni tende a volatilizzarsi nell’ambiente circostante risultando uno dei più diffusi inquinanti di interni.
E’ spesso presente negli imballaggi, nella colla usata nel cartone pressato o nel cartone utilizzato per il rivestimento di libri, riviste, giornali, negli inchiostri e in alcune confezioni per alimenti, in taluni casi anche lattine).
E’ possibile richiedere per i legnami la certificazione di assenza di formaldeide (FF). Possibile riscontrarla nella formulazione di cosmetici soprattutto smalti per le unghie e prodotti liscianti dei capelli. La concentrazione massima ammessa dalle norme odierne corrisponde allo 0,2%. Bisogna diffidare di prodotti cosmetici fabbricati nei paesi extraeuropei e a basso costo.
A concentrazioni nell’aria superiori a 0,1 ppm provoca irritazione per inalazione alle mucose e agli occhi. Altri sintomi che possono insorgere sono mal di testa, stanchezza, tosse e disturbi dell’attenzione. Oltre una certa soglia può causare asma bronchiale, polmoniti, edema polmonare. La maggior parte degli studi presenti in letteratura riguardanti la correlazione tra esposizione a formaldeide e asma forniscono una consistente evidenza riguardo al legame tra esposizione a formaldeide e asma nei bambini. Esiste anche un’allergia alla formaldeide che si può manifestare sotto forma di dermatite da contatto, con prurito, rossore ed eczemi. L’ingestione o l’esposizione a quantità consistenti sono potenzialmente letali. La cancerogenicità è stata accertata sui topi rilevando un tasso di incidenza di cancro al naso ed alla gola superiori al normale. La formaldeide è in grado di interferire con i legami tra DNA e proteine.
L’Associazione Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nel 2004 ha inserito la formaldeide nell’elenco delle sostanze considerate con certezza cancerogene per la specie umana. Le concentrazioni di formaldeide presenti normalmente all’interno degli edifici sono relativamente basse, il rischio maggiore riguarda gli addetti alle lavorazioni industriali che impiegano formaldeide.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato, come limite massimo di concentrazione accettabile di formaldeide in una abitazione, 100 microgrammi / metrocubo (pari a 0,1 parti per milione – ppm).
Dal 1º gennaio 2016, la formaldeide è passata dalla classificazione di “sospettato di provocare il cancro” a “può provocare il cancro” (Regolamento (UE) N. 605/2014).
La terapia, la cosmesi, l’igiene, la produzione del cibo e l’ambiente sono letteralmente invasi da prodotti chimici. La massiccia presenza di questi prodotti chimici è connessa a effetti collaterali e danni da conoscere per poter attuare strategie tese a ridurre il loro impatto sulla salute. Conoscere i prodotti chimici consente ai consumatori di minimizzare quando e se possibile il loro impatto sulla salute e sul benessere della persona e dell’ambiente. La qualità di vita dipende ogni giorno di più dalla capacità culturale del singolo soggetto per riconoscere in che modo egli è esposto alla chimica, soprattutto quella dannosa, consentendogli un minimo di autodifesa. Gli alimenti, le terapie, i prodotti per l’igiene e i cosmetici possono essere scelti dal consumatore o paziente con l’obiettivo primario di ridurre carichi impropri dannosi alla salute e di vivere in una corretta relazione con gli altri. Un altro fattore importante da tener presente è la provenienza dei prodotti cosmetici che impieghiamo quotidianamente e fare attenzione alla modalità di acquisto soprattutto per prodotti extra EU.
La fitoterapia è una delle più antiche pratiche usate dall’uomo per curare i propri disturbi, se ne trovano tracce, difatti, in civiltà antichissime come quella degli egizi, degli indù, dei greci, dei cinesi, dei romani. Le sostanze usate nella fitoterapia sono moltissime e tutte completamente naturali, vengono raccolte nel loro periodo di maggiore efficacia chiamato “tempo balsamico”e poi trattate in modo da renderle utilizzabili esaltandone le proprietà curative. Molti farmaci sono versioni sintetiche degli estratti vegetali, cioè contengono principi attivi che sono derivati da un componente vegetale. Chiunque decida di impiegare i rimedi di fitoterapia, deve comunque tenere in considerazione il fatto che non sempre i prodotti naturali sono completamente innocui, ci possono essere rischi di iperdosaggi o di particolari controindicazioni, pertanto, è sempre bene rivolgersi ad un medico prima di farne uso.