Trattamento dell’insonnia in fitoterapia
Nel trattamento dell’ insonnia è utile considerare la fitoterapia, soprattutto nelle forme meno gravi e per la bassa incidenza di effetti avversi e assenza di assuefazione nel trattamento con rimedi di fitoterapia. L’ insonnia è caratterizzata dall’impossibilità di addormentarsi o di mantenere il sonno durante la notte. Le varie forme di insonnia determinano l’incapacità di recuperare le forze tramite il sonno e nel tempo una serie di disturbi neurovegetativi o persino somatici. A volte l’ insonnia può rappresentare la risposta corretta ad una situazione di emergenza. Se però l’ insonnia continua per più di alcune notti di seguito, senza la soluzione di un’emergenza reale, il disturbo può divenire cronico e causare un deficit nocivo per la salute.
L’ insonnia può essere causata da farmaci, stress, conflitti biologici, conflitti psicologici, malattie fisiche, malattie mentali, allergie alimentari, genetica e cattive abitudini. Molti pazienti con insonnia si affidano a sonniferi o altri sedativi per cercare di riposare. Questo determina il successo commerciale di questa categoria di farmaco che è in assoluto la maggiormente prescritta.
Esistono infatti diversi psicofarmaci che vengono somministrati a causa del loro forte effetto tranquillante come trattamento sintomatico dell’ insonnia. Per questa categoria di farmaci però è facile scivolare dall’uso all’abuso. I farmaci ipnotici più comunemente prescritti per l’ insonnia sono le benzodiazepine. Un approccio valid0 considera oltre alla fitoterapia, la dieta lo stile di vita e non per ultima l’ omotossicologia. Studi medici recenti hanno confermato inoltre l’utilità dell’ormone melatonina nel ripristino di un sonno regolare nelle sue fasi. La melatonina è prodotta dall’epifisi nell’organismo, proprio per regolare il ritmo sonno – veglia. Anche lo stress, le emozioni e il risentito sono connessi a produzione di metaboliti che il sistema è deputato a gestire. Un campo emozionale è connesso a un’alterazione dei mediatori chimici quali per esempio serotonina, noradrenalina e cortisone. Queste e altre sostanze endogene devono essere gestite metabolicamente. Quando la gestione delle omotossine supera un livello di soglia critico l’organismo produce reazioni emozionali o alterazioni di campo emozionale. Questa condizione può comportare insonnia e anche coinvolgere tessuti organici, specialmente quelli connessi sul piano funzionale.
Il trattamento dell’ insonnia con rimedi di fitoterapia prevede principi attivi in grado di modulare la qualità e la quantità del sonno. I rimedi di fitoterapia più impiegati sono:
Valeriana (Valeriana officinalis), i pricipi attivi di questa radice sono i valepotriati e un olio essenziale contenente acido valerenico dall’attività sedativa, miorilassante inibendo il catabolismo dal GABA. La valeriana è un rilassante ed equilibrante del sistema nervoso centrale, contrastando anche l’insonnia soprattutto se legata ad un eccessivo lavoro intellettuale.
Biancospino (Crataegus oxyacantha), questo arbusto contiene principi attivi dalle proprietà sedative, antispasmotiche e regolatrici dell’attività cardiaca, questi importanti composti sono glicosidi cardioattivi. Il biancospino viene impiegato nell’eretismo cardiaco nelle distonie neurovegetative e nell’insonnia; attenua le palpitazioni, calma l’agitazione e rilassa la muscolatura favorendo il riposo notturno diminuendone i risvegli.
Passiflora (Passiflora incarnata ), questa pianta ricca di flavonoidi è impiegata in fitoterapia per la sue attività spasmolitica , ansiolitica e sedativa. Molto apprezzata anche in pediatria come sedativo negli stati di agitazione nervosa e nelle insonnie e nei casi di irritabilità aspecifica. La sua efficacia terapeutica è convalidata da diversi studi e in fitoterapia se ne consiglia l’uso sia da sola che in associazione ad altri rimedi per il trattamento di ansia e d’ausilio nella depressione.
Papavero (Papaver rhoeas ), conosciuto come papavero rosso o rosolaccio; impiegato spesso nell’insonnia e nelle affezioni delle vie respiratorie, lavorando sullo squilibrio energetico del polmone. Il suo principio attivo è la roaedina, un alcaloide.
Escholzia (Escholtzia californica ), ha un effetto sedativo sul sistema nervoso centrale, impiegata nel trattamento dell’ansia e come ipnoinducente in casi di insonnia; l’escholzia appartiene alla famiglia delle Papaveraceae; agisce anche come rilassante della muscolatura liscia dell’intestino, non induce assuefazione e dipendenza. Impiegata tradizionalmente anche nel trattamento di cefalee vasomotorie. Blando sedativo negli stati di irritabilita.
La nutrizione clinica e un maggior equilibrio nello stile di vita contribuiscono al risultato. La somministrazione di fitoterapia dovrebbe essere pertanto preceduta da un inserimento del paziente nella nutrizione clinica. La corretta associazione delle piante indicata nel singolo paziente deve essere operata da un medico esperto di fitoterapia e dopo l’inserimento del paziente in un programma nutrizionale. Il medico valuta le interazioni delle singole piante tra di loro e sopratutto la relazione corretta con i farmaci eventualmente assunti dal paziente per altri motivi. In tal modo la fitoterapia non si contrappone alle linee guida di medicina convenzionale ma stabilisce con essa una fruttuosa cooperazione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Fitoterapia a Roma