Giuggiolo in Fitoterapia

Giuggiolo (Zizyphus jujuba)

Il Giuggiolo (Zizyphus jujuba) è una pianta appartenente alla famiglia delle Rhamnace, conosciuta in Italia con il nome di Giuggiolo. Il Giuggiolo è un arbusto o piccolo albero originario della Cina meridionale e dell’Asia centrale, oggi presente anche nel bacino del Mediterraneo. Il Giuggiolo predilige la penombra di boschi e siepi. Il Giuggiolo può raggiungere i 10 m di altezza, il suo fusto piuttosto contorto è provvisto di una coppia di piccole spine ad ogni nodo e di rami zigzaganti che danno origine al nome della pianta. Il legno di Giuggiolo è molto apprezzato per la sua durezza; il frutto è una drupa ovale di colore rosso bruno, marrone a maturità; commestibile e dal gradevole sapore acidulo più dolce quando molto maturo sono comunemente chiamate giuggiole; il Giuggiolo viene chiamato anche il dattero cinese e impiegato per marmellate e decotti nelle tradizioni culinarie. Il Giuggiolo ha piccole foglie alterne caduche, di forma ovata e sono verdi lucenti e coriacee.
 Fiorisce in giugno e i suoi fiori sono piccoli, giallognoli- verdastri. L’accrescimento del Giuggiolo è molto lento, così come la messa a frutto.

In fitoterapia vengono impiegati i frutti, le giuggiole che vengono raccolte in autunno ed essiccate. Il nome cinese del Giuggiolo è Suan Zao Ren ed è prescritto dalla Medicina Tradizionale Cinese (MTC) soprattutto per la sua attività sedativa come decotto serale, prima di coricarsi. I costituenti principali del Giuggiolo sono: Saponine triterpeniche (jujubosidi), alcaloidi isochinolinici (zizifusina) e ciclopeptidici, flavonoidi, mucillagini, tannini, triterpeni, vitamina A, B2 e un buon contenuto di vitamina C, calcio, fosforo, ferro, zuccheri (saccarosio, glucosio, galattosio, fruttosio) e aminoacidi. La zizifina è un composto che si trova nelle foglie del giuggiolo, inibisce la percezione del sapore dolce.

Le proprietà attribuite al Giuggiolo in fitoterapia sono: sedativa, ansiolitica, antiossidante, antiallergica, epatoprotettrice, ipotensiva, migliorativa della funzionalità cardiocircolatoria e digestiva. Gli impieghi più tradizionali nella fitoterapia odierna sono: negli stati di affaticamento, insonnia, ansia. Gli studi scientifici hanno confermato le proprietà sedative per questo il Giuggiolo è uno dei migliori rimedi naturali per il trattamento dell’insonnia e dei risvegli notturni, ansia e palpitazioni. Si ipotizza che il suo meccanismo d’azione sia quello di provocare una inibizione dell’attività del sistema monoaminergico centrale con una diminuzione dei livelli di neurotrasmettitori amminici centrali. Infatti l’accumulo di questi mediatori e la stimolazione dei rispettivi recettori comporta una sovreccitazione del sistema nervoso centrale, con conseguente comparsa di iperattività, agitazione, insonnia e ansia. Responsabili di tali effetti sul snc sono principalmente le saponine, insieme ad alcuni alcaloidi e flavoni glicosidici. Nei semi sono stati identificati l’acido betulico e l’acido oleanolico, noti costituenti attivi del Panax Ginseng, pianta adattogena. Inoltre i jujubosidi hanno mostrato capacità inibitoria del rilascio di istamina. Un’altra attività del Giuggiolo è quella antiossidante, soprattutto sul radicale anione superossido, inibendo, tra l’altro, la perossidazione lipidica e riducendo la depolimerizzazione dell’acido ialuronico ossigeno-indotta. In alcuni esperimenti su animali sono state osservate proprietà protettive del sistema cardiovascolare attraverso la stimolazione dell’attività dell’enzima superossidodismutasi (SOD) intracellulare, che garantisce una protezione delle membrane dalla perossidazione dei componenti lipidici e dai danni ossidativi.

Giuggiolo in fitoterapia

Giuggiolo in fitoterapia

Il Giuggiolo era conosciuto dagli Egizi e dai Fenici che preparavano un decotto di frutti di Giuggiolo, datteri, fichi secchi e uva sultanina a ottenere uno sciroppo denso come rimedio per le malattie delle vie aeree e conosciuto come il “preparato ai quattro frutti pettorali”. La sua origine nella Siria lo rese conosciuto in tutti i popoli arabi che ne facevano impiego alimentare e medicamentoso. La conoscenza del Giuggiolo, in occidente, risale ai tempi dei Romani che lo chiamavano Zizyphum, famoso il “brodo di giuggiole” una sorta di vino inebriante. Il Giuggiolo trova menzione anche nell’Odissea di Omero, il quale narra che Ulisse e i suoi uomini, approdarono all’isola dei lotofagi (nel nord Africa) ed esplorando l’isola assaporarono dei frutti di loto definito magico per la sua inebriante azione facendo dimenticare a chi lo avesse assunto la nostalgia di casa e delle famiglie. È probabile che questo loto sia il Giuggiolo selvatico (Zizyphus lotus) e che l’incantesimo dei lotofagi fosse provocato dalla bevanda alcolica preparata con i frutti del Giuggiolo. Esiste una leggenda che ipoteticamente vede una specie del Giuggiolo, lo Zizyphus spina-christi, quale pianta impiegata per la corona di spine di Gesù.

Può avere effetto lassativo. Può interagire con l’assunzione di altri sedativi o ipnotici aumentandone l’effetto. Evitare l’uso in presenza di disturbi epigastrici o di diarrea. Non usare in gravidanza ed allattamento.

La somministrazione di fitoterapici esige competenza ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. L’automedicazione è certamente poco raccomandabile. I trattamenti in fitoterapia non si contrappongono né sostituiscono le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la fitoterapia stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.

Dott. Fabio Elvio Farello, Fitoterapia a Roma